lunedì 30 luglio 2012

Dacci oggi il nostro pane e acqua quotidiano

1. L'associazione "Ristretti orizzonti" lancia un Sos con un dossier che mette in fila suicidi, vicende ancora tutte da spiegare, storie di depressione. «È il bilancio mensile più pesante da quando è iniziato il dossier "Morire di carcere", nell'anno 2000» dicono dall'Osservatorio nazionale. Per quanto riguarda il 2012, il totale delle morti tra i detenuti sale a 92 (32 per suicidio), mentre nella Polizia Penitenziaria si sono registrati 7 suicidi, tra cui quello di un ispettore capo. (cf. La Stampa)

2. «Con l'ultimo decreto sulla spending review, che taglia del 10% il personale penitenziario e della giustizia minorile si dà il colpo di grazia. Nonostante il personale sia insufficiente, si giunge al paradosso degli esuberi per figure centrali quali educatori e assistenti sociali». (cf. Antigone)

3. «Dopo un eccellente percorso universitario triennale, si stava preparando a discutere la tesi di Laurea in lettere e filosofia - corso Dams - all'Università di Roma Tre. Ma, a poche ore dalla convocazione davanti alla Commissione di Laurea, il Magistrato di Sorveglianza ha negato la richiesta di permesso, facendo sfumare tutto». (cf. Ansa)

4. «Trattamento “inumano e degradante” dei detenuti in carceri sovraffollate e non attrezzate. Se l’Italia non corre ai ripari, questo rischia di diventare prossimamente uno dei più rilevanti motivi di condanna da parte della corte europea dei Diritti dell’uomo. ... E’ quanto riferisce l’Ansa da Strasburgo. Una “non-notizia”, a quanto pare. Nessuno l’ha ripresa».  (cf. L'Opinione)

«Nelle 206 carceri italiane non c'è spazio. Sono 21 mila i detenuti in più, rispetto ai posti letti disponibili nei penitenziari del nostro Paese: ovvero, 145 persone per 100 letti. ... Solo in apparenza la capienza dei nostri penitenziari in questi anni è cresciuta. C'è una mistificazione della realtà in queste notizie. Dal 2007 al 2012, riferisce il Ministero della Giustizia, l'Italia ha aumentato la capienza delle sue carceri di 2.557. In effetti si tratta semplicemente del fatto che, negli stessi istituti, i detenuti vengono stipati ovunque, trasformando in celle tutti gli altri ambienti, a scapito dei luoghi comuni, indispensabili per la quotidianità dei reclusi. Nelle carceri c'è sempre meno spazio, dunque, ma sulla carta la loro capienza aumenta». (cf. La Repubblica)

5. «Il Papa chiede di pregare "perché i carcerati siano trattati con giustizia e venga rispettata la loro dignità umana". La richiesta è contenuta nell'intenzione di preghiera scelta da Benedetto XVI per il mese di agosto. Ne dà notizia oggi la Radio Vaticana ricordando che "nel mondo i detenuti sono circa 10 milioni, la metà dei quali si trovano in appena tre Paesi: Stati Uniti (24% circa del totale), Cina (17%) e Russia (9%)"». (cf. Avvenire).

Confido molto nel cap. 6 del Vangelo di Matteo, ma non riesco a scollegarlo dal cap. 25.

venerdì 27 luglio 2012

Conversione e Liberazione

1. Sabato 21 luglio la Santa Sede ha comunicato di non riconoscere più i titoli di «pontificia» e «cattolica» alla [Pontificia] Università [Cattolica] del Perù, uno dei laboratori più qualifcati della teologia latino-americana e culla della Teologia della liberazione (TdL).
2. L'Osservatore romano del 26 luglio pubblica un'intervista a mons. Gerhard Ludwig Müller, nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede (CDF). La CDF aveva pubblicato nel 1984 e 1986, ai tempi di Ratzinger prefetto, due testi pesantemente critici verso la TdL. Mons. Müller aveva partecipato a un convegno insieme a G. Gutierrez (cf. Il Regno) e la ritrosia iniziale si era aperta a una valutazione più sfumata della TdL, fino a pubblicare nel 2004 A fianco dei poveri. Teologia della liberazione insieme a Gutierrez. Nell'intervista a L'Osservatore romano mons. Müller si domanda: «Come possiamo parlare dell’amore e della misericordia di Dio faccia alla sofferenza di così numerose persone che non hanno né cibo, né acqua, né cure, chi non sa come offrire un avvenire ai loro bambini, là dove la dignità umana è assente, là dove i diritti dell’uomo sono ignorati dai potenti?».
Da che parte si va?

Come si permette


Stazione di Bologna, anno 1 a.I. (avanti Internet). L’ordinaria coda alla biglietteria si fa straordinaria per via di un anziano signore, un po’ sordo un po’ confuso, che sta trattenendo l’impiegato allo sportello con successive, e spesso ripetute, domande.
L’impiegato dispiega una pazienza proporzionale alla coda che va crescendo. Il terzo della fila, al contrario, sta arrivando a ebollizione per l’insofferenza. Da pentola di fagioli che borbotta in continuazione si trasforma in pentola a pressione; un’imprecazione a timbro più alto è il fischio che precede il botto.
– Insomma, la vuole finire con questo signore? È da mezz’ora che sta allo sportello!
– Abbia pazienza. Ora è il suo turno e servo lui. Quando toccherà a lei le darò tutto il tempo di cui ha bisogno. Non sia maleducato.
– Come si permette? Lei non sa chi sono io!
Da dietro il vetro, l’impiegato si alza in modo che tutti lo vedano.
«Silenzio!», urla imperativo e autorevole. Il comando viene eseguito all’istante, senza mettersi in coda. «Ora il signore ci spiega chi è!».
Un mito (l’impiegato)! Un quadretto ormai “di una volta”, non solo perché nell’era d.I. (dopo Internet) le code alle biglietterie siano in via di estinzione – e certo non lo sono i cafoni. Semplicemente perché la Corte di cassazione ha stabilito in questi giorni che il monito «Lei non sa chi sono io» è punibile in quanto limita la “libertà psichica” dell’interlocutore. Quel giorno, a Bologna, mi pare che il più limitato psichicamente fosse il presuntuoso.

giovedì 26 luglio 2012

Olimpiadi: l'importante è poter partecipare

Domani la cerimonia di apertura – essa stessa una gara fra le varie edizioni – inaugurerà a Londra la 30a edizione dei Giochi olimpici estivi. Chissà se un giorno si avvererà il sogno di Gramellini e l'Unione Europea si presenterà come paese concorrente! Forse per alcuni giorni accanto alle ansie per i BOT troveremo qualche emozione per i Bolt nelle diverse specialità. Proprio Bolt dissemina aspettative di nuovi incredibili record. Mi spaventa delle Olimpiadi  questa necessità di superare limiti che prima o poi (ormai ci siamo) dovrebbero risultare invalicabili. Peggio, questo obbligo della crescita continua ce lo stiamo portando dietro da più di un ecolo in economia, dove non basta partecipare: bisogna proprio vincere. Anche qui prima o poi (ormai ci siamo) raggiungeremo il limite invalicabile.
Alla vigilia dei giochi raccolgo un paio di notizie che mi viene di associare.
1. Marcelo Rubens Paiva, scrittore e giornalista brasiliano, paraplegico, è stato "dimenticato" sull'areo ed è stato "ricuperato" un'ora più tardi grazie a un allarme lanciato su Twitter.
2. Il Parlamento italiano aveva stabilito per legge (162/98) il «diritto alla Vita indipendente per le persone con disabilità». «Oggi tutto questo rischia di sparire. I tagli ai trasferimenti agli enti locali da parte delle ultime Finanziare e il taglio dell'87% dei fondi per le politiche sociali (tra cui l'azzeramento del Fondo per la non autosufficienza) hanno prodotto uno tsunami che sta colpendo i Comuni» (cf. Avvenire on line; qui il video prodotto dalla da Ledha - Lega per i diritti delle persone con disabilità).
Mi dà fiducia sapere che ci permettiamo ancora di spendere denaro per permettere a qualcuno, benedetto dalla natura, di superare se stesso e portare più su tutta l'umanità. Ma la gara della vita resto convinto si misuri a partire da chi parte svantaggiato. Certe medaglie sono per ora più lontane del podio di Londra.

giovedì 19 luglio 2012

Vivere la Chiesa in tempo di Vati-leaks



Spettabile Direzione,
questa mia lettera trova la sua ragione nell’esprimere il consueto plauso per i suoi articoli, opportuni e indovinati. 
Plauso, che generalmente è implicito nel rinnovo dell’abbonamento. Ma questa volta, sento il bisogno di esplicitarlo per il lodevole articolo di Cosimo Posi con il postscriptum di Prezzi “Vivere la Chiesa in tempo di Vati-leaks”. 

Io darei maggior rilievo a tale articolo, ma non so come.
Distinti saluti.

Raffaele Anselmo
(Polizzi Generosa, Palermo)



L'articolo in questione è comparso sul n. 27 di Settimana che si può leggere qui. Anche in tempo di disagio - secondo l'autore - la Chiesa deve applicare la medicina del perdono, anche se è legittimo e doveroso rispondere alle accuse. Essa deve tornare all'annuncio del vangelo e vivere il presente in un atteggiamento di nuda fede.