Dall’11 febbraio con l’annuncio
delle dimissioni di Benedetto XVI, sembra che quei cambiamenti che stentavano a
vedersi nella Chiesa si stiano rapidamente attuando con una velocità che ci ha
colti di sorpresa.
Ieri sera è stata la volta dell’annuncio
del nuovo papa: la prima volta proveniente dal Nuovo Mondo, un sudamericano
figlio di emigranti italiani, la prima volta della scelta del nome di
Francesco, con riferimento esplicito al Santo di Assisi.
Ma è anche la prima volta di un
appartenente all’ordine dei Gesuiti, di un tecnico chimico e, in più si tratta di una vocazione adulta (è entrato in
seminario dai gesuiti a 22 anni,
ordinato prete a 33), un papa che da giovane ha avuto una ragazza e la portava
a ballare il tango … In lui si ritrovano tratti di Giovanni Paolo I e II, ma in un'espressione originale e nuova.
Uno che da vescovo si
spostava in metropolitana, senza auto blu, andava personalmente a visitare le famiglie e
gli ammalati con una particolare attenzione e sensibilità per i poveri.
Ci sono tutte le premesse per
credere ad un rinnovamento profondo in termini di radicalità evangelica. Forse più
delle parole, per ora, a tanti – in particolare giovani – basta questa
testimonianza. O quella di oggi quando di ritorno dalla Basilica di Santa Maria Maggiore, dove si è recato in preghiera, ha chiesto di deviare dal percorso per ritirare i suoi effetti personali lasciati presso la Casa del Clero in via della Scrofa dove aveva alloggiato prima del Conclave e, tra lo stupore di tutti, ha chiesto cortesemente di pagare il conto ...
E ancora quelle semplici parole d'esordio: "fratelli e sorelle, buonasera!".
E ancora quelle semplici parole d'esordio: "fratelli e sorelle, buonasera!".
Ed è un ottimo inizio.