martedì 13 agosto 2013

The Wall

Il 13 agosto 1961 si cominciò la costruzione del Muro di Berlino. «Inizialmente questo consisteva di filo spinato, ma già il 15 agosto iniziarono ad essere utilizzati gli elementi prefabbricati di cemento e pietra destinati a formare la prima generazione di un vero e proprio muro» (Wikipedia).
Il 9 novembre 1989 quel muro venne giù.
Ma non è ancora crollata la tenacia degli uomini nel costruire nuovi muri. Il più vergognoso è quello che passa a Gerusalemme.
Poi ci sono i muri invisibili e forse più contundenti dei pregiudizi di ogni tipo. Il razzismo, imbellettato in tante forme, anche quelle "domestiche" del leghismo. I respingimenti mortali, una sorta di Muro di Lampedusa. L'intolleranza religiosa, nobilitata al rango di "conflitto di civiltà". Il populismo che beatifica l'illegalità, per la quale il ricco può fare ciò che vuole e il povero deve anche battere le mani. «Ah... beh, sì, beh..». I "muri di gomma", che schiafeggiano anche l'altra guancia - senza che nessuno l'abbia porta - e trasformano in colpevoli le vittime che chiedono verità e giustizia.
«Another brick in the wall»... non finirà mai? Quando sapremo smettere questa fatica insensata e cruenta di Sisifo, che ci spinge a buttare giù muri per costruirne, con le stesse pietre, degli altri? Quando useremo le pietre dei muri abbattuti per costruire ponti?
C'è una speranza: «Per quanto siano alti, i nostri muri non arriveranno mai al cielo» (metropolita Platon di Kiev).