lunedì 22 dicembre 2014
venerdì 5 dicembre 2014
Il pane di Giuseppe
Era l’ora calda del giorno. Giuseppe era entrato in casa di Maria e stava asciugando il sudore dalla fronte di Gioacchino, finalmente per un momento assopito. Non avrebbe potuto farle visita a sera, perché, pur essendo la sua futura sposa, ancora non erano andati a vivere insieme. Bevvero entrambi un poco dell’acqua che Maria non aveva scordato di attingere al pozzo, tornando a casa.
«Maria – disse Giuseppe con voce trattenuta da una forte commozione – tu conosci il bene che ti voglio, la tenerezza che vorrei prometterti e la forza di cui vorrei circondarti. Sono falegname. So come piegare la durezza della quercia al mio disegno e so come farmi assecondare dalle venature profumate del cedro. Distinguo l’opera del buon carpentiere e del mediocre. Ma il disegno che vedo in te non viene da artista di questa terra. Solo l’architetto della volta celeste e dei pilastri della terra può averlo fatto. E se egli mi ha spinto ad amarti... Maria, è perché potessi vedere nei tuoi occhi quanto i tuoi occhi non possono vedere: gioisci, Maria, perché sei stata colmata di grazia e il futuro che c’è in te è opera dello Spirito di Dio».
Dicendo quelle parole che lo respingevano indietro, trasse un pezzo di pane che aveva avvolto in fasce e deposto nella tasca del cibo. Lo diede a Maria e disse: «Prendi e mangia. Questo pane l’ho fatto con la farina che tu hai chiesto a tuo padre per me. Ogni volta che impasterai il pane, ogni volta che ne mangerai, ricordati di chi, con la tua farina, ha impastato un pane ma non per sé». Maria, stupita, ancora incredula di quanto le labbra di Giuseppe – davvero le sue? – avevano appena detto, prese quel pezzo di pane e lo mangiò.
Dal cielo il Padre, dal quale ogni paternità prende nome, si estasiò per quell’amore d’uomo che tanto assomigliava al suo ed effuse il suo Spirito su quel pane. E in Maria divenne il corpo del Figlio unigenito. Il quale, fattosi uomo adulto, conservò un certo gusto per il pane condiviso…
«Maria – disse Giuseppe con voce trattenuta da una forte commozione – tu conosci il bene che ti voglio, la tenerezza che vorrei prometterti e la forza di cui vorrei circondarti. Sono falegname. So come piegare la durezza della quercia al mio disegno e so come farmi assecondare dalle venature profumate del cedro. Distinguo l’opera del buon carpentiere e del mediocre. Ma il disegno che vedo in te non viene da artista di questa terra. Solo l’architetto della volta celeste e dei pilastri della terra può averlo fatto. E se egli mi ha spinto ad amarti... Maria, è perché potessi vedere nei tuoi occhi quanto i tuoi occhi non possono vedere: gioisci, Maria, perché sei stata colmata di grazia e il futuro che c’è in te è opera dello Spirito di Dio».
Dicendo quelle parole che lo respingevano indietro, trasse un pezzo di pane che aveva avvolto in fasce e deposto nella tasca del cibo. Lo diede a Maria e disse: «Prendi e mangia. Questo pane l’ho fatto con la farina che tu hai chiesto a tuo padre per me. Ogni volta che impasterai il pane, ogni volta che ne mangerai, ricordati di chi, con la tua farina, ha impastato un pane ma non per sé». Maria, stupita, ancora incredula di quanto le labbra di Giuseppe – davvero le sue? – avevano appena detto, prese quel pezzo di pane e lo mangiò.
Dal cielo il Padre, dal quale ogni paternità prende nome, si estasiò per quell’amore d’uomo che tanto assomigliava al suo ed effuse il suo Spirito su quel pane. E in Maria divenne il corpo del Figlio unigenito. Il quale, fattosi uomo adulto, conservò un certo gusto per il pane condiviso…
venerdì 28 novembre 2014
Tariffe
Raccontano che, al tempo dell’episcopato bolognese del card. Giovanni Battista Nasalli Rocca (1921-1952), un parroco dell’Appennino avesse avuto la buona idea di proporre ai suoi fedeli di pagare la celebrazione della messa per i loro defunti un terzo della tariffa sinodale, cioè della cifra stabilita dalla diocesi.
La cosa ebbe rapida diffusione nei paesi vicini e così molti defunti ebbero l’aiuto della liturgia per accorciare la loro permanenza nel purgatorio. Ma i parroci interessati videro con preoccupazione diminuire i loro proventi, allora molto diversificati in ragione dei benefici parrocchiali di cui godevano. Se ne lamentarono con il cardinale che, alla prima occasione, chiese ragione al parroco imputato.
Accolta con umiltà la benevola rampogna, così rispose al suo vescovo: «Eminenza, lei ha ragione, ma
se venisse a partecipare alle mie messe le pagherebbe ancora meno».
se venisse a partecipare alle mie messe le pagherebbe ancora meno».
Come ha detto Francesco (21 novembre), i sacramenti si celebrano, non si pagano; si godono, non si comprano; si offrono, non si acquistano.
domenica 9 novembre 2014
Muri e profeti
Tra il 1945 e il 1961 furono ben 2 milioni e mezzo i tedeschi
che passarono dalla Repubblica democratica tedesca (DDR) alla Repubblica
federale. L’enclave di Berlino era la testa di ponte più frequentata per
l’approdo.
Nella notte fra il 12 e il 13 agosto 1961, le autorità della
DDR cominciarono a rinforzare il confine che attraversava Berlino con barriere
di filo spinato. «Nessuno ha
intenzione di costruire un muro», aveva dichiarato il 15 giugno il capo di stato della DDR, nonché segretario
del Partito socialista unitario, Walter Ulbricht. Il 15 agosto si cominciavano
a usare blocchi di cemento e pietra per costruire un muro che sarà lungo 155 km
e 28 anni...
Sul finire dell’agosto 1989 l’Ungheria aprì un varco nella
“cortina di ferro” verso l’Austria e a migliaia passarono dalla Germania
dell’Est all’Ungheria e alla Cecoslovacchia. Il vento del cambiamento aveva
cominciato ad alzarsi possente e diede aria alla protesta. Dapprima furono
vortici di piazza, che ai dirigenti politici sembrarono semplici temporali
isolati, ai quali avrebbero saputo opporre come al solito sponda. Il temporale
si ingrossò rapidamente e si fece ciclone. Il capo della DDR, Erich Honecker,
venne costretto alle dimissioni il 18 ottobre. Era stato lui, qualche mese
prima, a dichiarare che il Muro avrebbe avuto altri cent’anni di vita...
Il suo successore, Egon Krenz, concesse ai cittadini dell’Est
di passare a Ovest. Lo tsunami era
ormai incontenibile e il 9 novembre, esattamente 25 anni fa, uno scollamento
nella filiera della comunicazione scatenò l’urto di migliaia di persone contro
il Muro, che quella notte cedette.
Per parte mia, celebro l’anniversario sperando che, nell’occasione, qualche leader
dichiari perenni altri muri, costruiti di nuovo e ancora sulla terra, sul mare,
nell’etere.
martedì 14 ottobre 2014
Terremoto
Mentre il card. Peter Erdő dava voce alla Relatio post disceptationem, i padri sinodali hanno mantenuto la
calma, ma gli osservatori giurano che si è sentito un terremoto. Di magnitudo
tale da dover andare indietro 451 anni per trovare un precedente. Gli studiosi ritengo
ci sia stato un leggero spostamento dell’asse (ecclesiale) di rotazione. Le
conseguenza sull’ecosistema cattolico potrebbero essere vistose e comunque
irreversibili. «Occorre accogliere le persone con la loro esistenza concreta,
saperne sostenere la ricerca, incoraggiare il desiderio di Dio e la volontà di
sentirsi pienamente parte della Chiesa anche di chi ha sperimentato il
fallimento o si trova nelle situazioni più disparate. Questo esige che la
dottrina della fede, da far conoscere sempre di più nei suoi contenuti
fondamentali, vada proposta insieme alla misericordia» (11). «Seguendo lo
sguardo ampio di Cristo, la cui luce rischiara ogni uomo, la Chiesa si volge
con rispetto a coloro che partecipano alla sua vita in modo incompiuto e
imperfetto, apprezzando più i valori positivi che custodiscono, anziché i
limiti e le mancanze» (20).
lunedì 13 ottobre 2014
Papa Francesco si è giocato la canonizzazione
Il direttore di Settimana, Lorenzo Prezzi, interviene sul blog de Il Regno:
papa Francesco si è giocato la canonizzazione.
Per seguire il Sinodo
Settimana sul tema nel 2013 e 2014
Il sinodo del coraggio e dell’umiltà (2014, 35,
p. 1) m Il sinodo tra dottrina e pastorale (2014, 35, p.
2) m Una “casa” ospitale per divorziati risposati
(2014, 35, p. 6) m Il libro aperto e le mani piagate (2014, 35, p.
11) m Famiglia tra codice e vita (2014, 28, p. 1) m Il matrimonio “complesso” e la salvezza dell’altro
(2014, 26, p. 8) m Essere genitori oggi: missione (im)possibile?
(2014, 23, p. 8) m Kasper: «Il Vangelo della famiglia» (2014, 21, p.
15) m Casomai ci ripensiamo (2014, 20, p. 5) m Le radici sponsali dell’essere umano (2014, 19,
p. 5) m La famiglia fa la differenza (2014, 18, p. 7) m Laici sposati “bene” di Chiesa e società (2014,
18, p. 8) m Se muore il matrimonio… (2014, 17, p. 8) m La famiglia: osservare e ascoltare (2014, 16, p.
11) m Come aiutare la famiglia (2014, 14, p. 2) m Sulla famiglia il papa non gioca al ribasso
(2014, 13, p. 12) m Convivenze, nozze incerte, famiglie instabili
(2014, 12, p. 1) m Il «noi» è superiore all’“io” e al “tu” (2014, 9,
p. 11) m Per una famiglia legata al reale (2014, 8, p. 11) m Unità e conflitto in famiglia (2014, 7, p. 11) m Spazio e tempo in famiglia (2014, 6, p. 11) m Come giudicare i fidanzati conviventi? (2014, 5,
p. 2) m Generare alla vita buona del Vangelo (2013, 41,
p. 4) m Sinodo e famiglia. Il coraggio di Francesco
(2013, 40, p. 1) m Famiglia futuro della società (2013, 33, p. 1) m La famiglia in primo piano (2013, 31, p. 14) m La famiglia educa alla custodia del creato (2013,
29, p. 5) m Parrocchia e famiglia iniziano alla fede (2013,
26, p. 1) m Divisi in matrimonio (2013, 22, p. 3) m Carità coniugale e carità pastorale (2013, 21, p.
6) m Famiglia italiana: lavori in corso (2013, 19, p.
3) m Famiglia: fragilità e speranze (2013, 19, p. 4) m Se anche la famiglia diventa “liquida” (2013, 19,
p. 5) m Paese ricco, adolescenti poveri (2013, 2, p. 7) m 47a Settimana sociale a tema famiglia
(2013, 1, p. 11).
La rivista Il Regno cura quotidianamente un blog a più voci.
Iscriviti a:
Post (Atom)