Non credo che i nostri vescovi scrivano Lettere con l’intento
di finire sui giornali, ma se di fatto vengono ripresi dalla cronaca un motivo
ci sarà.
Questa volta una sorpresa: a Torino la prima Lettera sui Rom e Sinti.
Ma le novità non si fermano qui: mons. Nosiglia "amplia" la
dedica dalle comunità cristiane alle istituzioni politiche e civili e poi
lancia una proposta che fa già discutere: “adottiamo una famiglia rom”.
In
Europa le iniziative sono all’ordine del giorno – significativa l’ospitalità in
arcivescovado da parte del card. Schönborn a Vienna – ma da noi, patria di individualismo e
particolarismi, non è proprio usuale.
Eppure, spiega la Lettera, questo è
solo l’ultimo atto di un impegno che in diocesi viene da lontano, dagli anni
del “Camminare Insieme” del card. Pellegrino, e che ha visto il pastore girare
di campo in campo a verificare di persona le condizioni di quel “piccolo popolo
con molti bambini” che vive spesso “al di sotto della soglia di vivibilità”, ma
che ha registrato anche il coinvolgimento di diverse associazioni e gruppi ecclesiali
e non. Un popolo che conosce la crisi, perché “in crisi da sempre”.
E la
proposta, coerente con una testimonianza evangelica, che si traduce in un aiuto
a cercar casa, lavoro, sostegno per i figli che vanno a scuola, diventa uno
stimolo ben oltre i confini della diocesi piemontese.
il testo della lettera
RispondiEliminahttp://www.webdiocesi.chiesacattolica.it/cci_new/documenti_diocesi/203/2012-10/24-46/Lettera%20Mons%20Nosiglia%20nomadi.pdf