«Se io la chiamerei (sic!) “signore”,
cosa penserebbe?» ha chiesto irritato il “signor prefetto” di
Napoli, Andrea De Martino, al (nonsignor) parroco di Caivano, don
Maurizio Patriciello, rimproverandolo per la sua mancanza di rispetto
verso il prefetto di Caserta, alla quale ha fatto riferimento con
l’appellativo di “signora”. «L’ha offesa, e ha offeso anche
me e tutti quanti, con i sindaci completi (ri-sic!). Immagini se lei
si rivolge a un sindaco dicendo “signore”! Il rispetto delle
istituzioni è fatto di fatti e non di parole!». Don Maurizio ha
risposto scusandosi profondamente e giustificandosi: «Non sono
avvezzo a questi consessi. Mi perdonerete tutti quanti». Come lui
probabilmente ha già “perdonato” quelli che lo chiamano prete,
celebrante, padre, pastore, sacerdote, chierico, ecclesiastico,
cappellano, parroco, don, reverendo, ministro del culto... «Signore
si nasce e io lo nacqui, modestamente», diceva il compaesano del
signor prefetto, Totò.
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