In questa Giornata di digiuno e preghiera per la pace in
Siria voluta da papa Francesco il pensiero non può non andare a un testimone
che tanto ha insegnato contro la guerra e ora ha raggiunto il Cielo: don Enrico
Chiavacci, parroco di San Silvestro a Firenze, teologo morale e uno dei padri
fondatori dell'Associazione Teologica italiana per lo Studio della Teologia
Morale (ATISM), di cui è stato anche presidente, morto il 25 agosto scorso a 87
anni.
Nel luglio 2010 era a Trento in occasione del Convegno internazionale
di teologia morale “In the Currents of
History: from Trent to the future” dove era stato fra i relatori ai gruppi
di lavoro proprio sul tema della “guerra giusta”, legittimata dalla
tradizionale morale cristiana, ma su cui don Enrico metteva molti distinguo in nome anche della Pacem in Terris.
“Se la pace sulla terra è realtà iniziale della pace di
Cristo, il cammino della pace non finirà mai finché ci sarà storia. L'ideale di
pace non sarà mai raggiunto nella storia dell'umanità, che sarà sempre una
lotta contro il potere delle tenebre (egoismo, prevaricazione, dominio
dell'uomo sull'uomo), fino all'ultimo giorno” aveva detto convinto.
Ma esistono 3 aspetti di mancanza di pace da riconoscere:
Ma esistono 3 aspetti di mancanza di pace da riconoscere:
1. L’oppressione politico-militare e i conflitti
2. L’oppressione economica mondiale: il rapporto
squilibrato nord-sud
3.
L’oppressione mass-mediale con l’enorme potere
in mano ai “comunicatori”.
L’etica tradizionale, diceva Chiavacci si fermava al “non
rubare”, ma ora siamo al “non arricchire”, perché stai sottraendo il cibo (e
acqua) a chi non ce l’ha e lo costringi a riprenderselo, ma tu vuoi sempre di
più (magari per la tua smisurata “fame” di energia). Auspicava con forza l’avvento
di una nuova etica, anche economica, in grado di riequilibrare le sorti dell’intera
famiglia umana.
E’ la capacità di sa leggere, magari con alcuni decenni di
anticipo, i segni dei tempi.
Noi non siamo profeti, ma almeno discepoli sì.
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