Nella pastorale la parola “dono” richiama la liturgia, la catechesi e la carità e le unifica. Il Figlio di Dio è “dono” del Padre. Il credente accoglie il “dono” del Figlio, facendo della propria vita un “dono” e lo annuncia (catechesi), lo celebra (liturgia) e lo vive (carità). Una delle caratteristiche del “dono” è la gratuità: il “dono” è tale solo se è gratuito. La pastorale ha necessità di tale caratteristica, facendo di ogni gesto un’espressione del “cuore” di Dio che non fa calcoli, ma ama in modo disinteressato. Ogni ministero è un “dono” per la Chiesa, come ogni carisma è un “dono” per la comunità. L’annuncio del Vangelo ha bisogno di “disintossicarsi” da ogni forma di interesse e di pretesa, ma acquista la sua originalità proprio perché è “dono” e basta.
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