mercoledì 8 febbraio 2012

Volto

Dopo il concilio di Nicea (787) si riapre la disputa sulle immagini, sui simboli religiosi? La domanda suona eccessiva se finalizzata alla querelle sullo spettacolo teatrale di Romeo Castellucci Sul concetto di volto nel Figlio di Dio (Sett. 43/2011,p.1).
La storia drammatica di un rapporto fra padre (invecchiato e incontinente) e figlio sotto lo sguardo del volto di Cristo di Antonello da Messina (fatto segno di lancio d’oggetti) ha visto rinnovarsi un copione già conosciuto: l’imbarazzo delle curie, le messe riparatrici e le manifestazioni impotenti, le proteste libertarie.
Quasi inesistenti le valutazioni artistiche, più argomentate le riflessioni sulla blasfemia o meno, scontato il resto. Ciò che sfugge è il mutamento delle società occidentali. Essere multiculturali significa accettare patrimoni religiosi che non hanno conosciuto Nicea.
La domanda identitaria si alza per tutti. I vecchi schemi non servono più. Dialogo interreligioso, laicità inclusiva, responsabilità civili sono ugualmente sollecitati. Prima ce ne accorgiamo meglio è.

Apparso sul numero 5 di Settimana del 5/2/2012

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