giovedì 5 aprile 2012

Giuda non è più tra noi

Il card. Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, durante la messa per i dipendenti vaticani alla vigilia del triduo pasquale, commentando il racconto evangelico sul tradimento di Giuda per trenta monete d'argento ha detto: «E' possibile diventare Giuda, è possibile cioè diventare traditori di Dio, traditori della bontà, traditori dell'umiltà, traditori della carità. Giuda è sempre presente nella storia della Chiesa come rischio reale di ciascuno». Tanto è bastato per conquistarsi il titolo: "Vaticano, card. Comastri: Giuda è sempre presente tra noi".

Ma non è così. Giuda, infatti, non c'è più. Si tradisce sullo "stile giudesco", solo perché si ha un'appartenenza forte (in questo caso ad un gruppo, alla Chiesa) e una identità precisa (di discepolo, o di cristiano). In sostanza si tradisce sul "modello Giuda" soltanto in un contesto ecclesiale, altrimenti è un po' come rapportare i mosaici di Ravenna con le opere di un fotografo contemporaneo.

Quindi in un contesto civile cos'è il tradimento di Giuda? E' un tradimento inesistente.

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