martedì 10 aprile 2012

I monaci del Tibet

Dal marzo 2011 sono ormai 33 le immolazioni di monaci e monache dei 1787 monasteri del Tibet. Scelte drammatiche e radicali contro la presenza occupante dei cinesi e la loro pretesa di sradicare cultura, culto e identità locali. Tutti i templi sono stati messo sotto il controllo diretto dei funzionari politici e, per la prima volta dall’ottavo secolo, non sono più gestiti dai monaci stessi. La condizione monastica, separata dal contesto abituale eppure centrale per i significati simbolici del vivere, interpreta esigenze storiche e civili di alto profilo; prima che esse implodano in violenze incontrollabili. È successo nei primi anni 60 in Vietnam, in Birmania (Myanmar) nel 1988 e nel 2007 e ora in Tibet. «Il desiderio di un’armonia differente con il mondo, con Dio, con gli altri, con se stessi» che caratterizza il monachesimo come fenomeno «universalmente umano» (T. Spidlik) lo abilita ad essere «unito a tutti nella tensione spirituale, nella ricerca di senso, nella lotta al dolore, nella libertà di porsi al servizio dell’altro» (E. Bianchi).

(Foto da Asianews.it)

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