venerdì 13 aprile 2012

Il papa ai parroci austriaci: severità e dialogo

(Foto: Osservatore Romano/AFP/Getty Images)

L’«appello alla disobbedienza» di 450 tra preti e diaconi austriaci (più del 10% del clero locale come ripreso sul n. 28 del 2011 di "Settimana") ha conosciuto un salto di qualità con l’intervento del papa alla messa crismale del giovedì santo (5 aprile). «Di recente un gruppo di sacerdoti in un paese europeo ha pubblicato un appello alla disobbedienza, portando al tempo stesso anche esempi concreti di come possa esprimersi questa disobbedienza».

Due gli elementi che il papa evidenzia come non recepibili: la richiesta dell’ordinazione delle donne al ministero («la Chiesa al riguardo non ha avuto alcuna autorizzazione da parte del Signore»), e la disobbedienza come via alla riforma («La disobbedienza è una via per riformare la Chiesa? … o non piuttosto soltanto la spinta disperata a fare qualcosa, a trasformare la chiesa secondo i nostri desideri e le nostre idee?». L’argomentazione non si limita a evidenziare una possibile contraddizione dell’invocata disobbedienza, ma si domanda se essa non abbia una legittimazione evangelica come correzione alle tradizioni umane. E risponde sottolineando come l’istanza critica abbia in Gesù un’autorevolezza non trasferibile e una logica di oblatività, umiltà e obbedienza assai lontane dalla semplice negazione. Inoltre, rifiuta di identificare l’invito all’obbedienza ecclesiale come la semplice difesa del tradizionalismo e dell’immobilismo facendo notare che i moti spirituali più creativi, anche recenti, sono condotti dalla dinamica dell’obbedienza, della speranza e dell’amore.

E' possibile leggere tutto l'articolo sul n. 15 di "Settimana" appena uscito.


Nessun commento:

Posta un commento