lunedì 3 settembre 2012

Al Meeting di CL tutti diventano "tecnici"

Il primo giorno, domenica 19 agosto, al termine della messa alla Fiera di Rimini ho commentato, tra me e me: "si vede che quest'anno il Meeting di Comunione e liberazione è un 'Meeting tecnico': anche i chierichetti che servono all'altare hanno smesso la veste bianca e indossato un completo giacca-cravatta nero". La conferma è arrivata nel corso della settimana.


Non è un caso che da oltre trent’anni il Meeting si svolga nei padiglioni di una fiera. Come in tutti gli eventi fieristici, gli “espositori” presentano i propri prodotti e agli organizzatori spetta solo il compito di gestire l’agenda degli appuntamenti e la divisione degli spazi. Da questo punto di vista anche la 33esima edizione è stata una conferma, nonostante la crisi economica e i pasticci giudiziari che hanno coinvolto alcuni esponenti del movimento, tra tutti il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni.

Alla kermesse ciellina si sono presentati in oltre 800mila visitatori, come per l’anno precedente; hanno prestato servizio quattromila volontari; sul palco si sono passati il testimone 271 relatori tra religiosi, imprenditori, docenti, economisti. Il “prodotto Meeting”, quindi, ha funzionato. Il tema scelto dagli organizzatori “La natura dell'uomo è rapporto con l'infinito” è stato declinato, come da programma ormai consolidato nel tempo, in 98 incontri, 9 mostre e 21 spettacoli: «ha funzionato ha “bucato”, è un tema che si è rivelato non sospeso nei cieli ma capace di incidere sulla realtà» ha spiegato Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l'amicizia fra i popoli. Per gli albergatori e tutto il sistema turistico l'appuntamento di Cl è una manna dal cielo, soprattutto quest'anno che la riviera ha fatto registrare un calo impressionante degli arrivi. 
Si può però osservare l’appuntamento di fine estate anche ponendo l’attenzione sugli assenti. Primo fra tutti la politica (su questo leggere Settimana n. 31).

Famiglia Cristiana ha fatto notare che in trent’anni il “popolo di Cl” ha sempre applaudito «chi rappresenta il potere». E ha descritto il Meeting come una «vetrina attraente ma pur sempre autoreferenziale». I militanti avranno storto il naso davanti a questa presa di posizione, ma è innegabile a chiunque che il Meeting è il “luogo non luogo”, è l'occasione per ascoltare ma non intervenire, è il momento in cui ci si incontra ma non si può dibattere, è lo spazio aperto a tutti dove manca quel “gesto” e quella “parola” del padrone di casa che in alcuni momenti si preoccupa di fare sintesi, sia che si parli di partito unico dei cattolici o di ricerca scientifica, di matrimoni tra persone dello stesso sesso o di persecuzione dei cristiani nel mondo. 


Mentre il presidente della Regione Formigoni pronunciava il suo "mea culpa", la maggior parte del popolo del Meeting (quindicimila persone) era nella sala accanto ad ascoltare il racconto dell'astronauta Paolo Nespoli che ha incantato tutti per oltre un'ora e mezza ricordando la sua permanenza nella stazione orbitante internazionale. «Uno pensa che gli astronauti siano semi-dei, superman, in realtà sono degli idraulici spaziali. Io mi ritengo un gruista spaziale. Tutti possono andare nell'infinito e nello spazio, tutti possono fare gli astronauti».


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