domenica 2 settembre 2012

Un pezzo di legno ha cambiato la storia della Chiesa


Sono contento che il mio amico Thomas J. Fitzpatrick, gesuita, mi abbia permesso di riportare questo splendido episodio dell’anziano card. Carlo Maria Martini e da lui raccontatomi qualche anno. È solo leggermente modificato rispetto a quello che mi ha inviato oggi. È simpatico, provocante e toccante allo stesso tempo, e la dice lunga sull’umiltà. Quando uno sente e risente questi racconti pensa siano “apocrifi”, ma questo non lo è.

«Da superiore del Pontificio Istituto Biblico a Gerusalemme, ero solito accompagnare all’aeroporto il card. Martini, membro della nostra comunità gesuita, quando doveva viaggiare. In occasione del conclave 2005, il nunzio in Terrasanta, mons. Pietro Sambi, aveva precedenza sul cardinale nell’accesso al servizio VIP all’aeroporto di Tel Aviv. Così il giorno prima di accompagnarlo in aeroporto avvisai la sicurezza che sarei arrivato con il card. Martini. Siamo arrivati il mattino successivo verso le 4 e siamo stati scortati in una saletta privata, dentro un edificio nascosto dal resto dell’aeroporto.
I viaggi con il cardinale verso l’aeroporto erano occasione per qualche conversazione tranquilla, ma quel mattino c’era un’aria differente. Provavo una certa soggezione al pensiero che un membro della comunità di cui ero superiore non solo stava per recarsi in conclave, ma che addirittura era considerato tra i favoriti. Sapevo che il card. Martini non voleva essere papa.
Così, un po’ per scherzo un po’ seriamente, gli dissi quando venne chiamato per imbarcarsi: “Carlo, so che tu non vuoi essere papa; io sono il tuo superiore religioso e sai che noi gesuiti dobbiamo obbedienza ai superiori; lasciami dirti, se tu fossi eletto papa: per favore, accetta”. Ridemmo. Lo abbracciai e partì per il conclave.
Quando il card. Martini tornò, mi recai nuovamente nella saletta riservata per accoglierlo all’arrivo. Dopo aver superato i diversi controlli in aeroporto ci avviammo verso Gerusalemme. Lungo la strada gli dissi che ero un po’ arrabbiato con lui. Avevo visto una serie di servizi televisivi che parlavano di lui e avevo notato che portava sempre un bastone.
Così gli dissi: “So bene che non hai bisogno del bastone, e sono convinto che ne facevi mostra per far vedere quanto sei malato. Giusto?”.
“Sì”, mi disse.
In casa, a Geruslemme, ho puntato il dito verso il bastone del cardinale dicendo: “Ecco un pezzo di legno che ha cambiato le sorti della Chiesa cattolica”». (James Martin, sj)

(Nella foto, il card. Martini con il bastone al conclave del 2005).

Testo tradotto da America.

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