martedì 18 settembre 2012

Può finire un sogno?



I have a dream” diceva Martin Luther King nel 1963. Sogno un giorno in cui bambini e bambine neri potranno stringere la mano dei loro coetanei bianchi e camminare insieme come fratelli e sorelle .. quando tutti insieme bianchi e neri potranno cantare le parole dell’antico spiritual “finalmente liberi!”.
Sono trascorsi quasi 50 anni. La Legge sui Diritti civili in America è in vigore dal 2 luglio 1964, quella del diritto di voto dal 1965, entrambe promulgate da Lyndon B. Johnson, ma il presidente che avrebbe dovuto firmarle era stato assassinato il 22 novembre 1963 a Dallas. Nel ’68 venivano uccisi anche il fratello Bob, in corsa per la Casa Bianca e Martin Luther King, considerato il leader degli afroamericani che aveva posto fine alla discriminazione razziale.
Non tutto era finito perché  i neri continuarono a vivere in povertà nei quartieri più degradati delle grandi metropoli guadagnandosi il pane con i lavori più umili che i bianchi ormai rifiutavano. I loro figli potevano sì frequentare la scuola, ma niente di più perché al termine delle lezioni iniziava il lavoro per sopravvivere. Sono storie della seconda metà del Novecento raccontate con tristezza da professionisti che sono riusciti a forza di sacrifici e sussidi a studiare “come” i bianchi. In nome di un’unica dignità umana dove non conta il colore della pelle o il conto in banca della famiglia.
E’ da quel mondo – ma anche da quello dei Kennedy e di tutti i democratici – che un afroamericano era riuscito a raggiungere la Casa Bianca 4 anni fa rivoluzionando piani sedimentati e mandando in tilt le leve del potere. La tragedia di New Orleans nel 2006 causata dall’uragano Katrina, e soprattutto dal mancato tempestivo intervento dei soccorsi  - pensiamo alla tecnologia di cui dispone l’esercito americano  - aveva mostrato ancora una volta come la mentalità non fosse ancora cambiata e, in fin dei conti, i neri avrebbero dovuto arrangiarsi da soli, quasi vuoti a perdere.
Così in questa nuova campagna elettorale che si concluderà a novembre sono ancora 2 le Americhe che si fronteggiano, al di là dei calcoli di partito e della crisi economica internazionale.
Da un  lato l’America dei diritti civili, della dignità di ciascuno, della parità uomo-donna, del diritto ad un lavoro dignitoso, un’istruzione e un’assistenza sanitaria per tutti. Una Nazione che riconosce il proprio ruolo di leader mondiale, ma non in termini di potenza di arsenali militari, bensì nel campo della cultura e della civiltà e che per questo ha deciso per il ritiro delle truppe dall’Iraq. Una terra dove l’emigrante può acquisire cittadinanza e vivere a fianco degli altri guardando con fiducia al futuro. Dove la campagna elettorale conta sulla metà dei finanziamenti dell’altro versante, a cominciare dagli spot in TV.
Dall’altra l’America dei grandi patrimoni che mostra i muscoli, dove vige la legge del più forte e il debole soccombe come per legge ineluttabile di sopravvivenza. Dove le tasse le pagano i poveri, mentre ai ricchi vengono tagliate. Dove l’assicurazione sanitaria diventa un onere insostenibile e la salute un lusso. Dove chi può studia e chi è bravo, ma povero non trova più borse di studio e finirà per accettare un lavoro sottopagato per sopravvivere. Un’America ancora una volta sceriffo del mondo che metta a tacere i popoli del Medio Oriente con la forza delle armi.
Un’America che intende però di abolire la legge che consente l’aborto e annullare l’assistenza sanitaria estesa a tutti, perché sono inclusi i contraccettivi (usati dal 98% delle donne americane) in nome della libertà religiosa. “Basta con le leggi europee”, è lo slogan che si allarga anche alla difesa dell’ambiente osteggiata dalle grandi imprese petrolifere che hanno già impedito la firma del protocollo di Kyoto.
Bill Clinton è stato l’unico presidente democratico, dopo Roosevelt, a riuscire nell’impresa di un secondo mandato. I sondaggi danno ancora il vantaggio di Obama negli stati più “europei”, ma quelli che nella storia avevano avversato già il presidente Lincoln gli voltano le spalle.
Può finire di nuovo un sogno?

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