martedì 31 gennaio 2012

Francesco Antonio Soddu

Nato: il 24.10.1959 a Chiaromonti (SS)

Ordinato: il 17.04.1985

Dal 1997 è parroco della cattedrale di Sassari e dal 2005 è direttore della Caritas diocesana di Sassari. Ha compiuto gli Studi teologici presso la pontificia Facoltà Teologica della Sardegna. Note biografiche (pdf)

Succede a mons. Vittorio Nozza, che ha diretto Caritas Italiana dal 2001 ad oggi.

A nome della Presidenza, il presidente di Caritas Italiana, S.E. Mons. Giuseppe Merisi, interpretando i sentimenti di tutti gli operatori e collaboratori, ha dato il benvenuto al nuovo direttore, esprimendo nel contempo un sentito ringraziamento a don Nozza per la competenza con cui per quasi 11 anni ha guidato Caritas Italiana, accompagnandola oltre il traguardo dei 40 anni, in percorsi pastorali a servizio delle Chiese che sono in Italia e nel mondo, nel rispetto del suo ruolo prevalentemente educativo, capace di comunicare e testimoniare, attraverso i fatti e le opere, il Vangelo della carità di Dio.


domenica 29 gennaio 2012

Scalfaro se ne va, sempre con la spilletta dell'AC

Si è spento nella notte del 29 gennaio 2012 all'età di 93 anni Oscar Luigi Scalfaro, magistrato, politico e Presidente della Repubblica dal 1992 al 1999.


La spilletta dell'Azione cattolica che ha sempre portato al bavero della giacca, è la fotografia di un uomo religioso, che ha vissuto ogni suo incarico con gli occhi della fede.
Tra le tante testimonianza, ricordiamo una videointervista rilasciata ai giovani dell'AC "L'uomo è un animale politico".
«L'Azione cattolica ha puntato da sempre, con risultati maggiori o minori, sul chiedere ai giovani di essere cristiani, di credere da cristiani e di fare di tutto con la grazia di Dio per vivere da cristiani». Preghiera, azione e sacrificio, secondo Scalfaro, sono tre «affermazioni formidabili», che hanno bisogno però di una «formazione quotidiana». La stessa che è richiesta a chi fa politica. «La politica fa parte dell'uomo, chi si allontana dalla politica si estranea dall'umanità. La coerenza, la fede e la convinzione sono l'elemento fondamentale; si deve partire da qui e sforzarsi di viverlo quotidianamente, sottolineando chiaramente che ognuno di noi è candidato a sbagliare finché siamo vivi».

Nuova intimidazione ad un parroco in Calabria


Nuova intimidazione, la seconda in cinque giorni, al parroco di Cetraro ed ex delegato della Caritas della Calabria, don Ennio Stamile.
Sconosciuti hanno lasciato nei pressi dell'abitazione del sacerdote una testa di maiale mozzata con in bocca un pezzo di stoffa. La testa di maiale e' stata trovata dal sacerdote che ha denunciato l'accaduto ai carabinieri. Nei giorni scorsi don Ennio aveva subito il danneggiamento della sua automobile.

Da tempo il sacerdote e' impegnato a Cetraro in iniziative in favore della legalita'. La cittadina tirrenica negli anni '80 e' stata il teatro di numerosi omicidi compiuti dalla 'ndrangheta, molti dei quali rimasti senza individuare gli autori. Tra questi c'e' anche quello di Giannino Losardo, segretario capo della Procura della Repubblica di Paola ed esponente del Partito Comunista ucciso perche' si opponeva al potere delle cosche della 'ndrangheta. (Da ANSA)

Chiuderà l'Agenzia per il volontariato


Il governo Monti ha deciso per la chiusura dell'Agenzia per il Volontariato, o Terzo settore, con sede a Milano dal marzo 2012. L'annuncio lo ha dato proprio a Milano il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, conversando con il vicesindaco Maria Grazia Guida a conclusione del convegno sui servizi per l'infanzia organizzato dal consorzio Pan.

Leggi l'articolo su ASCA, Avvenire, Repubblica, L'Unità

Scola e CL

L’arcivescovo di Milano: "C'è un pregiudizio della stampa su di me quando si parla di uomini di Cl. Non c’entro nulla con quello che fa il presidente lombardo”
“Sono vent’anni anni che non partecipo più alle riunioni di Comunione e Liberazione, e in Cl non conosco nessuno che abbia meno di 60 anni”. Lo ha detto l'Arcivescovo di Milano, Angelo Scola, durante il consueto incontro con la stampa convocato come ogni anno in occasione delle celebrazioni di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti italiani.
Scola ha denunciato il ''pregiudizio'' che a suoi giudizio parte della stampa italiana nutre nei suoi confronti quando vengono pubblicati fatti di cronaca relativi a uomini vicini a Cl, come nel caso del governatore lombardo Roberto Formigoni.

Leggi l'articolo su Vatican Insider (La Stampa).
Altri su Corriere della Sera.
Su Settimana, a proposito di CL

Don Antonio Soddu direttore Caritas

«Con spirito di timore, ma anche di abbandono e di fiducia inizio questa nuova avventura sentendomi, come Abramo, sradicato dalla mia amata terra-diocesi per continuare il servizio di ministro in altro posto, ma sempre nell’unica amata Chiesa di Cristo». Così monsignor Francesco Antonio Soddu ha commentato a caldo la notizia della sua nomina a direttore di Caritas italiana decisa dal consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. Il nuovo direttore succede a monsignor Vittorio Nozza, che ha diretto Caritas italiana dal 2001 ad oggi. A nome della presidenza, il presidente di Caritas Italiana, Giuseppe Merisi, vescovo di Lodi, interpretando i sentimenti di tutti gli operatori e collaboratori, ha dato il benvenuto al nuovo responsabile, esprimendo nel contempo un sentito ringraziamento a monsignor Nozza per la competenza con cui, per quasi 11 anni, ha guidato Caritas italiana, accompagnandola oltre il traguardo dei 40 anni, in percorsi pastorali a servizio delle Chiese che sono in Italia e nel mondo, nel rispetto del suo ruolo prevalentemente educativo, capace di far passare, attraverso i fatti e le opere, il Vangelo della carità di Dio. Monsignor Soddu è nato a Chiaramonti (Ss) 52 anni fa. È stato ordinato presbitero nel 1985 e dal 1997 è parroco della cattedrale di Sassari. Dal 2005, inoltre, ricopre gli incarichi di direttore della Caritas e dell’Ufficio Migrantes dell’arcidiocesi di Sassari. Soddu ha compiuto gli studi teologici presso la pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, dove ha conseguito il baccalaureato in Sacra Teologia e la licenza in Teologia pastorale.

Leggi l'articolo su Avvenire

venerdì 27 gennaio 2012

Tempi cattivi, siate saggi!


Lo ha detto oltre venti secoli fa: nei tempi cattivi, la sobrietà dello stile di vita e la solidarietà reciproca sono questioni più legate al comportamento personale che alla dottrina. In tempo di crisi le parole agli Efesini di san Paolo, tornano come un ammonimento per tutti.

In particolare per i modenesi che festeggiano il 31 dicembre la festa del patrono San Geminiano. Il vescovo Antonio Lanfranchi, usa proprio la lettera degli apostoli per esortare i cittadini a tre percorsi di vita virtuosa. «In tempi difficili occorre più che mai ricuperare la "saggezza". Essere saggi vuol dire lasciarsi guidare dalla "sapienza", cioè da una forma di conoscenza che genera il gusto, la bellezza della vita, perché porta ad essere attenti a tutte le sue dimensioni, non ad un aspetto soltanto - l'economico -, trascurando, come irrilevante, tutto il resto (questo sarebbe un comportarsi da stolti)».

Qui la lettera alla città dalla diocesi di Modena-Nonantola. Qui l'articolo su Settimana n. 4.


giovedì 26 gennaio 2012

Porcellum


La chiesa non entra né a vantaggio dei singoli partiti o delle coalizioni, né nella determinazione tecniche delle leggi elettorali. Ma il silenzio non va confuso con l’ignavia. Il governo Monti, che ha ben iniziato la sua opera di risanamento, è anche la prova dell’impotenza della politica, sia sul versante della maggioranza che della minoranza.
La non ammissibilità del referendum consegna gli elettori ai vincoli poco democratici del «porcellum». I partiti, pur sollecitati dal Presidente della Repubblica, non sembrano in grado di arrivare a una nuova legge elettorale in senso maggioritario.

Un blocco che, in un contesto di grave crisi economica, potrebbe avere esiti problematici: lo sviluppo di un confuso populismo, l’allargamento di uno spazio non presidiato alla violenza sociale, la riduzione dei partiti a consorterie e corporazioni, lo svilimento della “terziarità” dei tecnici. In una parola: l’erosione della democrazia. L’articolo a lato sintetizza la situazione e apre i possibili cantieri di lavoro. Per tutti.

Approfondimento sul tema "La legge elettorale, sfida per la politica" nell'editoriale del n. 3 di Settimana a firma di Domenico Rosati.


mercoledì 25 gennaio 2012

Odoardo Focherini

Nato: a Carpi il 6 giugno 1907, da genitori di origine trentina.

Morto: nel campo di Hersbruck (Germania) il 27 dicembre 1944.

Il padre Tobia aprì nella città emiliana un negozio di ferramenta e il giovane Odoardo frequentò le scuole elementari e tecniche. Di fondamentale importanza per la sua formazione fu il rapporto con due figure: don Armando Benatti, fondatore dell'Opera Realina, e don Zeno Saltini, il fondatore di Nomadelfia.

Nel 1924, sotto la guida di Zeno Saltini (non ancora sacerdote), si fece promotore de L'Aspirante, un giornalino per ragazzi che diverrà strumento di collegamento regionale e poi nazionale per i ragazzi dell'Azione Cattolica in Italia e sul quale pubblicò i suoi primi articoli.

Nel 1930 sposò Maria Marchesi (1909-1989), dalla quale ebbe, tra il 1931 e il 1943, sette figli. Nel 1934 venne assunto dalla Cattolica Assicurazioni di Verona come agente presso l'agenzia di Modena; divenne poi ispettore della compagnia assicurativa e svolse il suo incarico nelle zone di Modena, Bologna, Verona, fino a Pordenone.

Impegno ecclesiale
Nel frattempo Focherini proseguì la sua opera all'interno dell'Azione Cattolica. Nel 1928 entrò nella giunta diocesana dell'Azione Cattolica di Carpi come presidente della Federazione Giovanile Maschile; nel 1934 venne eletto presidente della sezione Uomini e due anni dopo, nel 1936, divenne presidente dell'Azione Cattolica Diocesana. Tra il 1930 e il 1942 Odoardo Focherini fu regista e cronista di importanti avvenimenti diocesani, quali i Congressi Eucaristici, che segnarono profondamente la vita religiosa e sociale della zona.

Nel 1939 assunse l'incarico di consigliere mandatario (una sorta di amministratore delegato) de L'Avvenire d'Italia, il quotidiano allora con sede a Bologna.

La resistenza all'Olocausto
Nel 1942 iniziò l'attività di Odoardo a favore degli ebrei. Il Cardinale di Genova Pietro Boetto, che già operava a stretto contatto con l'agenzia ebraica DELASEM di assistenza ai rifugiati, portò all'attenzione del direttore de L'Avvenire d'Italia, Raimondo Manzini, il caso di alcuni ebrei polacchi, giunti a Genova con un treno di feriti. Manzini, come faceva spesso nelle vicende più delicate, a sua volta affidò l'incarico a Focherini. Con l'8 settembre 1943 e l'occupazione tedesca, l'impegno di Focherini a favore degli ebrei si fece più intenso e rischioso. Si trattò di prendere contatti con persone di fiducia e di tessere quella tela di aiuti organizzativi che servirono per procurarsi carte d'identità in bianco, compilarle con dati falsi e portare i perseguitati al confine con la Svizzera. Trovato un fidato amico e compagno in don Dante Sala - parroco di San Martino Spino vicino a Mirandola – Focherini riuscì a mettere in piedi un'efficace organizzazione clandestina, capace di condurre in salvo oltre 100 ebrei che a lui si affidarono.

L'arresto e l'internamento
Focherini venne arrestato l'11 marzo 1944 presso l'ospedale di Carpi, dove si era recato per organizzare la fuga di Enrico Donati, che fu l'ultimo ebreo da lui salvato.

Focherini venne condotto nel carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna il 13 marzo, dove rimase in reclusione fino al 5 luglio. Di lì venne trasferito al campo di concentramento di Fossoli. Il 4 agosto fu trasportato al campo di Gries (Bolzano); da Gries venne deportato in Germania il 7 settembre, nel campo di concentramento di Flossenburg e poi nel sottocampo di Hersbruck (non lontano da Norimberga) dove trovò la morte il 27 dicembre 1944 a causa di una setticemia conseguente ad una ferita alla gamba. In questi momenti vicino ebbe l'amico Teresio Olivelli, il quale morirà anche lui il mese successivo per le percosse ricevute da una guardia.

Di questi terribili mesi di prigionia rimane come testimonianza preziosissima il corpus delle 166 lettere (pubblicato nel 1994) che Focherini, clandestinamente e non, riuscì a far pervenire alla moglie Maria, ai genitori e agli amici. Nel testamento Odoardo scrisse di morire "offrendo la mia vita in olocausto per la mia Diocesi e per l'Azione Cattolica".



Riconoscimenti
I primi riconoscimenti vengono nel dopoguerra dall'Unione delle Comunità israelitiche italiane che nel 1955 gli assegnò la Medaglia d'oro alla memoria per aver salvato tante vite innocenti, "prodigandosi attivamente ed instancabilmente per un lungo periodo a favore degli Ebrei, particolarmente per salvare quelli ricercati".

Nel 1969 il suo nome fu iscritto assieme a quello dell'amico don Dante Sala, nell'Albo dei giusti tra le nazioni a Yad Vashem.

Nel 1996 la Diocesi di Carpi avviò la causa di beatificazione, passata a Roma nel 1998.

Nel 2007 giunse dalla Repubblica Italiana la Medaglia d'oro al Merito Civile alla memoria.

Le EDB (Edizioni Dehoniane Bologna) hanno pubblicato in questi giorni una biografia documentata di Focherini, curata da Giorgio Vecchio.


Altre informazioni alla pagina web.

Servizio civile nazionale: bloccate partenze

«Un’ordinanza del Tribunale di Milano dello scorso 9 gennaio ha dichiarato “discriminatoria la limitazione prevista dall’articolo 3 del ‘Bando per la selezione di 10481 volontari da impiegare in progetti di Servizio Civile in Italia e all’estero’ pubblicata il 20/09/2011, nella parte in cui chiede il possesso della cittadinanza italiana quale requisito di ammissione”. Con questa motivazione, il giudice ha imposto di sospendere le selezioni e riaprire i bandi anche ai non italiani».

Leggi l'articolo completo su JulieNews e una Lettera ad Avvenire

martedì 24 gennaio 2012

Francesco Moraglia

Nato: a Genova, il 25 maggio 1953

Ordinato presbitero dell'arcidiocesi di Genova il 29/06/1977

Eletto alla sede vescovile di La Spezia-Sarzana-Brugnato il 06/12/2007

Ordinato vescovo il 03/02/2008

Dottore in Teologia Dogmatica
Ruoli ricoperti:
Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione "Comunicazione e Cultura" della Cei
Consultore della Congregazione per il Clero

È stato: canonico effettivo della Chiesa Metropolitana (Cattedrale di San Lorenzo); membro del Consiglio Presbiterale dell'Archidiocesi di Genova e consultore diocesano; direttore dell'Ufficio per la cultura e l'Università dell'arcidiocesi di Genova; presidente della Commissione diocesana per i problemi pastorali dei movimenti religiosi alternativi e delle sette; assistente diocesano del Meic; docente di cristologia, antropologia, sacramentaria e di storia della teologia presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale, Sezione del seminario di Genova; preside e docente dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose Ligure; direttore del Centro Studi Didascaleion; è stato relatore nel corso del Giubileo dei Presbiteri e del Giubileo dei Diaconi Permanenti; ha collaborato al corso di formazione per i curatori della formazione permanente dei presbiteri presso lo Studium della Congregazione per il Clero; ha tenuto corsi di esercizi spirituali e Conferenze per religiose, per il clero e per studenti; sono stati pubblicati alcuni suoi articoli di presentazione di documenti della Santa Sede sull'Osservatore Romano. Collabora con la rivista "Sacrum Ministerium", periodico della Congregazione del Clero.

Altre informazioni

Castellamare: mai più «inchini»

La processione di San Catello, patrono della città di Castellammare di Stabia, sarà “ripensata” e “riordinata” in futuro, con un’attenzione particolare alla formazione dei portatori della statua. Di certo non farà più “soste arbitrarie” in luoghi che possono dare adito a equivoci. L’arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, Felice Cece, dopo le polemiche dei giorni scorsi sulla processione, spiega che intende «mettere mano al riordino della processione di San Catello affinché sia chiaro a tutti che si tratta di un atto di fede, che non ha nulla a che vedere con comportamenti ambigui. Religiosità e camorra non camminano mai insieme». La nuova linea, che sarà oggetto nei prossimi tempi di una riflessione da parte di tutto il presbiterio sotto la guida del vescovo, si rende necessaria «dopo la sosta arbitraria dei portatori della statua», a pochi metri dalla casa di un esponente della camorra locale, Renato Raffone. La Chiesa sorrentino-stabiese, sostiene il presule, è «la prima a voler far chiarezza su quanto accaduto» e in ogni caso censura «l’episodio della fermata non essendo stata concordata e dovuta a una scelta meramente discrezionale dei portatori».

Leggi l'intero articolo su Avvenire

lunedì 23 gennaio 2012

Tom Tom

Tornato a casa da un breve viaggio, ho controllato sui social network e ho visto che ancora non c’è. Perciò vorrei aprire il gruppo «Vittime del Tom Tom», per dare sfogo ai malumori di tutti quelli che si sono trovati – come me ieri – dispersi lungo qualche strada di campagna dove non c’è nemmeno lo spazio per girare la macchina e tornare indietro, e magari ha piovuto da poco... Oppure, sbattuti contro un muro che chiude un tragitto, mentre Chiara (la voce del navigatore) è convinta ci sia ancora qualche chilometro spianato davanti. Certo, sono molto più numerose le volte che il navigatore è stato risolutivo, soprattutto adesso che non ti danno nemmeno più il TuttoCittà. E a me comunque diverte usarlo anche per tragitti abbastanza familiari (è sempre interessante scoprire percorsi alternativi!). Vi leggo una metafora della guida benevola di Dio nella nostra vita (lui le mappe le ha giuste!). Fare la sua volontà, non significa, credo, azzeccare la strada giusta di un tragitto che lui ha in mente ma non ci vuol dire chiaramente. Come si divertisse a giocare a indovinello con noi. Non facciamo di lui un Mike Buongiorno, con tutto il rispetto per Mike e per Lui soprattutto! Credo in un Dio che inventa con me la strada verso l’incontro con lui, che è «curioso» di vedere cosa mi invento per cercarlo – e sofferente nel vedere dove trovo da andare se voglio evitarlo. E se vado fuori strada, mi perdo, faccio tardi non sta al luogo fissato dell’incontro – che lui solo conosce – indispettito, mani in tasca, a controllare l’orologio per vedere quanto tardo, per rimproverarmi quando arrivo o lasciarmi perdere se mi sono perso. Come il navigatore, inventa un nuovo itinerario, a partire da dove mi trovo, non da dove doveri essere. Magari mi invita, paziente come Chiara, a «tornare indietro appena possibile». E comunque mi cerca, dal cielo dei satelliti, perché io trovi la meta.

domenica 15 gennaio 2012

Scorsese prepara un film sui martiri giapponesi

Il regista Martin Scorsese sta preparando un nuovo film, con un cast prestigioso, sui martiri del Giappone.
La storia del cristianesimo in Asia è segnata da terribili sofferenze e persecuzioni, mescolata con il potere, la corruzione, l’ignoranza, i pregiudizi, sospetti culturali, terribili errori, atti di grande generosità e sacrificio.
Alcune delle più feroci persecuzioni hanno avuto luogo in Giappone, dopo il successo iniziale dei viaggi del missionario gesuita san Francesco Saverio. La storia dei martiri del Giappone è forte e merita di essere conosciuta da un pubblico più ampio.
Scorsese ha annunciato che il suo progetto è basato sul romanzo Silence dell’autore giapponese Shusako Endo.
Scorsese da giovane prese seriamente in considerazione l’idea di entrare in seminario. Ora, dopo essersi risposato cinque volte, ha detto di recente: «Sono un cattolico scomunicato. Ma io sono cattolico, e non potrò mai non esserlo».


Leggi la notizia originale su CathNews

venerdì 13 gennaio 2012

Rd Congo, vescovi in campo

Il voto del 28 novembre non è stato regolare, la commissione elettorale deve correggere i propri errori o dimettersi, il governo deve trarre le conseguenze della disfatta elettorale, la comunità internazionale non sia compiacente. Così la Conferenza episcopale congolese in un documento dal titolo significativo: “Il coraggio della verità”.

Leggi articolo da Nigrizia.

Grazie a Dio per gli immigrati

C’è un forte contrasto tra le meschinità della politica e dei media e la celebrazione di domani in tutta la Chiesa cattolica della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato. L’effetto benefico della generosità di comunità ecclesiali e singoli credenti sulla coesione sociale è evidente. Questi tendono ad essere trascurati nel dibattito sull’immigrazione, che insiste su un analisi costi-benefici ignorando influenze culturali, e tiene conto soltanto degli interessi della comunità di accoglienza.

Se un membro di quella comunità perde il lavoro per l’arrivo di immigrati, ciò è considerato come una perdita. Dal punto di vista di un immigrato è un guadagno, ma in realtà non torna a suo favore.

C’è un insidioso «noi e loro» nel linguaggio con cui il tema immigrazione è spesso discusso. La stessa parola «immigrazione» evoca una società indigena bianca e cristiana, invasa da alieni non-bianchi. Comunque sia, questa mezza verità è stata spazzata via dall’arrivo di immigrati dall’Est Europa dopo aver aderito all’Unione europea.

Che dire del fatto che spesso i datori di lavoro preferiscono i lavoratori immigrati, soprattutto dall’Europa dell’Est, a causa della migliore etica del lavoro? La comunità filippina è un esempio calzante. Viene dal di fuori dell’Unione europea, ed è una delle comunità accusate di aver causato disoccupazione. Eppure, poche comunità hanno portato altrettanti benefici. Merita di essere ringraziata, non incolpata

Leggi l'intero articolo originale su The Tablet

giovedì 12 gennaio 2012

Speranze in Terra Santa

L’Arcivescovo Patrick Kelly ha detto: «La “primavera araba” è una realtà con molti aspetti differenti, alcuni positivi, altri negativi per le comunità cristiane, e viviamo una grande incertezza rispetto a quanto potrebbe accadere nei prossimi mesi. In una regione così piccola, quanto accade a Damasco non può non produrre un effetto su quanto avviene a Betlemme, e quanto accade in Egitto si fa sentire anche a Gaza, dove alcuni vescovi vorrebbero celebrare la Messa. Tutto ciò che avviene in uno di questi paesi, inevitabilmente si ripercuote su tutti gli altri».

Leggi tutto qui.

Gli oratori? Nei centri commerciali

La proposta, a mo' di provocazione, è arrivata dal vescovo di Torino, Cesare Nosiglia, che nella sua lettera alla città "Torino futuro", indica le priorità su cui tutti i cristiani devono impegnarsi per il nuovo anno.




Anzitutto il "lavoro": «I poveri e senza fissa dimora, gli ammalati e i disabili, i rom… fino agli anziani e ai bambini, il popolo degli ultimi, sono i nostri “maestri”… Costruire una città a misura loro è il nostro comune obiettivo…».



Poi il vescovo indica la necessità di porre più attenzione ai "giovani": «Forse dovremmo aprire i nostri oratori anche nei centri commerciali e nei luoghi di divertimento o proporre servizi educativi realizzabili in forma cooperativa anche presso locali di oratori o di congregazioni religiose…».



Infine mons. Nosiglia si sofferma sugli "immigrati": «Pensando alle nuove generazioni, ai molti bambini, ragazzi e giovani nati in Italia, dobbiamo chiederci in che modo lavoriamo per offrire loro prospettive di “cittadinanza” nella nostra società, aiutando altresì i nostri giovani a considerare i loro coetanei immigrati non dei concorrenti, ma dei compagni di viaggio con cui costruire insieme il comune futuro…».



Ma che Padre è?

... Il modo di sentire contemporaneo coglie la paternità di Dio, fin da subito, riferita anche a noi. Questo spostamento di asse fa nascere una domanda che, formulata prosaicamente (anzi, provocatoriamente), suonerebbe così: «ma che razza di paternità è mai la sua?». ... Per dirla con Peter L. Berger, in quella affermazione si coglie subito una straordinaria tensione tra il sostantivo e l’aggettivo a esso riferito. Dio, secondo le nostre esperienze, «usa il suo potere in maniera assai parsimoniosa». Come tener assieme da un lato paternità e potenza divine e dall’altro le sciagure di cui è piena la terra?

Una riflessione dal blog di Piero Stefani. Leggi tutto qui

venerdì 6 gennaio 2012

don Luisito Bianchi e la lezione sull'uomo disarmato

Luisito Bianchi è morto il 5 gennaio 2012. Nato nel 1927 è stato insegnante e traduttore.

Per un prete che ha conosciuto la generosità della scelta di prete operio e la fatica della coerenza rispetto alle intuizioni conciliari questa citazione tratta dal suo romanzo maggiore "La messa dell'uomo disarmato" (Sironi, Milano 2003) costituisce una buona maniera per fare anche memoria dell'autore del più bel romanzo cattolico degli ultimi 30 anni.


Il vecchio parroco, a memoria di un amico partigiano non credente ucciso, dice:

«Certo, dobbiamo onorare i morti continuando a vivere senza rimpianti, anche se è duro pensare che loro hanno pagato per me, per tutti... Certo bisogna continuare a vivere come se loro non fossero morti, dire ogni giorno nella messa: communicantes et memoria venerantes in primis (in comunione celebrando la memoria in primo luogo), non scandalizzarti Franco di questo vecchio prete, in primis - ripeté con più forza - gloriosum fratrum nostrorum (dei nostri gloriosi fratelli), e faccio seguire quei nomi perchè mi rimangano impressi per tutta la giornata e mi aiutino a portare il pondus diei ed aestus (il peso e il calore del giorno). Rimase in silenzio, come se si fosse immerso nei pensieri di prima, e poi, quando, sul lungo rettilineo, eravamo già in vista delle prime case della città, riprese: - Non ci resta che questo comunicare con loro, e venerarne la memoria, in un anello che si congiungerà con un altro anello dopo di noi, quando saremmo annoverati fra coloro di cui si deve fare memoria, un anello fra i molti ma sempre completo nella sua individualità. In fondo, la vita è questo comunicare con coloro che ci hanno preceduto, e farne memoria, non solo spiritualmente ma anche biologicamente, direi fisiologicamente, come una premessa per comprendere o accettare, è lo stesso, la comunione ultima e definitiva con colui che è il principe della vita e che, per primo, è morto per tutti. Non ti sembra significativo che questo communicantes et memoria venerantes d'ogni giorno sia fissato da secoli nel canone romano come l'introduzione obbligata ad attualizzare il mistero della morte di Cristo? Ah se potessimo comprendere, o meglio, se non dovessimo avere paura di questa dimensione biologica, fisiologica del cristianesimo, la stessa del Dio che si fa uomo!» (pp. 747-8).


mercoledì 4 gennaio 2012

Preghiera minacciosa

Antonio da qualche tempo usufruisce di permessi premiali e può uscire dal carcere per incontrare i familiari, per sostenere colloqui di lavoro, e anche semplicemente per godersi un po’ di città. Intorno alle feste di Natale c’era tensione dietro i cancelli, perché – come scrivevano alcuni detenuti di Bologna – la tristezza aumenta, ti senti ancor più lontano da chi ami e troppo vicino, per via del sovraffollamento, a chi – quando va bene – ti è indifferente. La cronaca ci ha riportato episodi di suicidio, sia tra i detenuti, sia tra gli agenti (cf. Settimana 42/2011, 7; qui l'aggiornamento dell'Ansa per il 2011).

Nello scambio ordinario di due parole «in libertà», un assistente ha chiesto ad Antonio: «Allora, cosa ne dici di questo Natale...». E Antonio: «Guarda, se Dio stanotte venisse a prendermi, arrivato su lo ringrazierei». L’assistente, alla lente della tensione e della tristezza di quei giorni, ha letto nelle parole di Antonio un messaggio di depressione: allarme.

Antonio ha passato la notte successiva piantonato da un agente che, fuori dalla cella, lo ha sorvegliato fino al mattino per prevenire gesti insani. Un gesto di premura nelle intenzioni della sorveglianza. Immagino una tristezza in più per Antonio.

Tirando le somme: per fortuna certe volte le preghiere vengono ascoltate dalle persone sbagliate...

Eredi del concilio




Il 2012 sarà l’anno del cinquantesimo del Vaticano II (11 ottobre 1962), l’evento più grande della storia recente della Chiesa. Dedichiamo alla memoria e alla recezione di quella grazia la testimonianza di José Maria Pires, vescovo emerito di Paraìba (Brasile), uno dei pochi padri conciliari ancora viventi (pp. 8-10). In prima pagina riprendiamo l’introduzione che C. Theobald ha scritto al volume La recezione del Vaticano II (vol. 1), EDB 2011. Per il teologo franco-tedesco l’assise ecumenica si comprende a partire dalla circolarità fra l’opera del concilio, i recettori di oggi e la lunga tradizione della Chiesa. Quanto successe fra il 1962 e il 1965 va collocato dentro la storia della Chiesa, e rapportato alla nostra attuale condizione. La percezione dell’evento e del corpus conciliare si avvantaggia dalla distanza storica che ci separa da essi. Ma è vero anche l’inverso: il riferimento al Vaticano II consente di interpretare teologicamente l’attuale contesto della Chiesa e del mondo.

Se le Chiese rimangono "a secco"




Se un parroco, dopo aver ridotto tutti i costi superflui, rimane senza soldi come si comporta? Stacca luce e riscaldamento in chiesa e celebra la messa al buio e al freddo? Oppure dichiara il fallimento e porta i libri in Tribunale come fanno le imprese, dopo aver licenziato i propri dipedenti? E' possibile aprire i locali della parrocchia soltanto part-time?

Al di là dell'ironia, fa riflettere la notizia apparsa nei giorni scorsi su alcuni media locali del Veneto (qui il Gazzettino), dopo la decisione drastica di don Stefano Taffarel di chiudere il portone della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Fontanelle, provincia di Treviso, fino a Pasqua perché... non ci sono più soldi per pagare le bollette.

«Per le messe e le altre attività religiose della comunità, i fedeli di Fontanelle dovranno spostarsi d'ora in poi in una chiesa più piccola in centro al paese, che per le sue dimensioni ha costi più bassi per elettricità e gasolio da riscaldamento». Per i piccoli paesi di provincia una soluzione si riesce ancora a trovare. Ma che scenario si aprirebbe se anche il parroco della cattedrale di una città fosse costretto ad aprire le porte soltanto a giorni alterni?